La stagione balneare è alle porte e le giornate assolate invitano alle lunghe passeggiate sulla spiaggia. Vogliamo così illustrare un argomento che è stato in parte protagonista di precedenti pubblicazioni sui nostri canali social e che sovente resta dietro le quinte rispetto alle altre nostre lavorazioni: stiamo parlando degli interventi eseguiti per le spiagge, in vista della stagione più calda.
In cosa consiste l’impegno di A.S.Ter. per le nostre spiagge?
Ogni anno, prima della stagione estiva, l’azienda interviene sulle spiagge libere comunali per lavorare a migliorarne la fruibilità. Tendenzialmente, gli interventi si suddividono in due tipologie di lavorazione: il ripascimento e la riprofilatura.
Cosa si intende per ripascimento di una spiaggia?
Il ripascimento ha assunto grande importanza in questi ultimi anni, perché permette il ripristino artificiale delle condizioni ideali di tratti sabbiosi di spiagge utilizzate a fini turistici . Vengono riportati sull’arenile nuovi volumi di sabbia con le stesse caratteristiche peculiari del sito interessato, quindi dello stesso colore, granulometria e tipologia del materiale. Il materiale presente viene aumentato e la spiaggia si amplia.
Il ripascimento può essere di due tipi: strutturale o stagionale. Quello strutturale ha la finalità di modificare in modo sostanziale la linea di costa perché vi vengono portate grandi quantità di materiale.
Quello stagionale prevede il riporto di max 10 mc per metro lineare di spiaggia ed ha la funzione di migliorare la fruibilità della spiaggia per la stagione estiva.
E in cosa differisce la riprofilatura rispetto ad un ripascimento?
È un tipo di intervento meno invasivo, perché consiste nel posizionare in modo più fruibile il materiale già presente senza alcun nuovo apporto.
Le spiagge sabbiose o ciottolose sono delle aree tra mare e terra che per resistere nel tempo devono essere in equilibrio con l’habitat. È una situazione di equilibrio molto instabile perché risente della forza erosiva del mare e degli apporti di materiale inerte dai fiumi oltre che dalla morfologia del sito. È sufficiente un pennello – una piccola diga alla foce di un fiume – per non permettere più il rifornimento naturale della spiaggia da parte del corso d’acqua. Se si vuole mantenere la spiaggia è quindi necessaria “ripascerla” artificialmente.